VATICANO - Cammino di preghiera per la Quaresima - L’Atto di Dolore (III)

mercoledì, 21 marzo 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - «Mio Dio». Il Credo, il Simbolo degli Apostoli e il Simbolo di Nicea-Costantinopoli, riassumono ciò che Dio stesso ci ha rivelato. È uno solo Dio, ma in tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Quello che la Santissima Trinità ha fatto per l’uomo divenuto peccatore: l’Incarnazione del Figlio, del Verbo, della Seconda Persona della Trinità. E sappiamo così che «Dio è Amore», ci dice San Giovanni (1 Giovanni 4, 16b): «Deus caritas est» è il titolo della prima Enciclica di Papa Benedetto XVI.
Si, Dio è Amore ad un punto tale che si può dire che è tutta la Santa Trinità che opera la salvezza dell’uomo peccatore. Il Verbo non esita a farsi uomo, ad umiliarsi: «pur essendo di natura divina… spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se steso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte sulla croce» (Filippesi 2, 6a, 7-8). E con il Figlio, sono il Padre e lo Spirito Santo che sono venuti fra di noi. Con Gesù, il Verbo Incarnato, è «Dio con noi» come aveva annunciato il profeta Isaia, l’Emmanuele (Isaia 7, 14), in quanto Gesù dice: «chi mi ha visto, ha visto il Padre» (Giovanni 14, 9b). Vedere Gesù, equivale quindi a vedere Dio e la Santa Trinità. Ed i pittori lo hanno capito bene, poiché rappresentano sulla Croce non solo Gesù, ma dietro, come in un ritratto, lo Spirito Santo ed il Padre (cfr. chiesa della SS.ma Trinità dei Monti, Roma, affresco, transetto di sinistra).
Questo Dio al quale ci rivolgiamo, il nostro Creatore, è anche il nostro Redentore. Ma, anche se si è avvicinato tantissimo a noi, «Dio con noi», (Emmanuele, Isaia 7, 14b), non è meno Dio di prima, in tutta la sua Maestà, la sua Onnipotenza, il suo Amore Infinito e la sua Giustizia infinita.
Se il Figlio di Dio si è spogliato fino a prendere la condizione umana e fino alla morte sulla Croce (Filippesi vedi sopra), non dobbiamo in alcun caso dimenticare chi è, ciò che noi siamo, ed i nostri doveri nei suoi riguardi; poiché «Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Filippesi 2, 9-11).
Questo ci invita ad un esame di coscienza profondo sul nostro atteggiamento nei confronti di Dio, nella preghiera, nell’osservanza delle regole che ha stabilito nel mondo, nel nostro atteggiamento quando entriamo nella Casa di Dio, quando siamo presenti al Santo Sacrificio della Messa, quando Lo riceviamo nella Santa Comunione. Perché Dio è Dio, anche se si è fatto uomo, anche se «si nasconde nell’Ostia. E lo scordiamo troppo spesso…». (Continua) (J.M.) (Agenzia Fides 21/3/2007, righe 29, parole 483)


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