ASIA/FILIPPINE - L’esercito agisca sempre nel rispetto della Costituzione e dei diritti dei cittadini: pubblicato il “Rapporto Melo” sulla scia di omicidi politici e di esecuzioni sommarie nelle Filippine

mercoledì, 28 febbraio 2007

Manila (Agenzia Fides) - La scia di omicidi è innegabile. Vi sono prove circostanziate che fanno ricondurre molte delle esecuzioni sommarie ai membri dell’esercito. Occorre ripristinare lo stato di diritto nella nazione e nessun omicidio deve più restare impunito: per questo le indagini devono essere svolte da un organo indipendente e il Dipartimento della Giustizia deve creare un team apposito di magistrati specialisti e competenti. Sono alcune delle principali raccomandazioni contenute nel “Rapporto Melo”, appena reso noto dal governo filippino. Il dettagliato Rapporto è stato redatto dall’omonima Commissione, guidata dall’ex giudice della Corte Suprema, Josè Melo, chiamata a indagare sulla catena di uccisioni di attivisti politici, sindacalisti, giornalisti che da anni funesta la nazione. In un primo momento il Rapporto era stato tenuto segreto dal governo, ma poi, in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica, è stato diffuso dall’Ufficio per la Stampa della presidenza filippina ed è giunto all’Agenzia Fides.
Fra le più importanti raccomandazioni, il Rapporto invita il governo a porre i testimoni degli assassinii sotto il programma di protezione, e propone un provvedimento legislativo che tratti specificamente la questione delle responsabilità nella “linea di comando” dell’esercito. I vertici militari, in particolare il Gen. Jovito Palparan, sia pur non imputabili direttamente, sono infatti in questo caso responsabili almeno di omissione, in quanto è loro dovere prevenire, investigare e punire gli atti illeciti dei propri subordinati.
Il Rapporto fa continui riferimenti alla Costituzione Filippina, ricordando la suprema legge dello stato come criterio per affrontare il fenomeno degli omicidi impuniti, e affermando che è necessaria un’azione decisa da parte delle istituzioni, se non si vuole porre in serio pericolo la vita stessa della democrazia filippina.
Il documento ricorda che è compito dell’esercito perseguire con vigore la propria missione di proteggere la popolazione civile e di combattere contro gruppi ribelli, terroristi, fazioni eversive che vogliono sovvertire l’ordine costituito. Ma questa missione - sottolinea - deve sempre restare all’interno delle prerogative legali e nel pieno rispetto dei diritti individuali dei cittadini.
Nei giorni scorsi l’opposizione, la società civile, la Chiesa ,avevano chiesto a gran voce la pubblicazione del Rapporto Melo, facendo leva sul diritto di informazione dell’opinione pubblica e delle famiglie delle vittime, anche sulle “verità scomode”.
La Commissione Melo è stata creata nel 2006 dal governo Arroyo. Secondo l’organizzazione indipendente “Karapatan”, gli omicidi impuniti compiuti fra il 2001 e il 2007 nelle Filippine sono 830. La pubblicazione del Rapporto è destinata a rinfocolare il dibattito sulla società, la politica, le Forze armate filippine, ma è comunque considerata dagli osservatori un passo avanti in direzione della trasparenza da parte del governo di Manila. (PA) (Agenzia Fides 28/2/2007 righe 27 parole 279)


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