ASIA/MYANMAR - Offensiva dell’esercito in Myanmar: l’Onu chiede al governo di consentire alle organizzazioni umanitarie l’assistenza ai civili sfollati

martedì, 27 febbraio 2007

Yangon (Agenzia Fides) - Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per la situazione dei rispetto dei diritti umani in Myanmar, in particolar modo a causa delle dure operazioni militari condotte nella regione di Kayin. Per tali ragioni ha chiesto al governo di Yangon di permettere l’accesso alle organizzazioni umanitarie. Secondo le testimonianze giunte all’Osservatore Speciale dell’Onu per i diritti umani in Maynmar, Paulo Sergio Pinheiro, nei distretti di Toungoo e Bago orintale, gli abitanti dei villaggi, già più volte sfollati e costretti a lasciare le proprie case, sono in una situazione di reale emergenza umanitaria. Visto l’aumento di intensità delle operazioni militari nella regione, il numero delle comunità che si trovano in stato di necessità, che non hanno cibo e sopravvivono a stento, è cresciuto in modo significativo nel 2006 e continua a crescer nel 2007.
L’Osservatore Speciale Onu ha segnalato l’urgenza di assistere le popolazioni civili (soprattutto donne, bambini e anziani) che si trovano in questa precaria situazione. L’assistenza umanitaria ha detto, non dovrebbe rispondere a logiche politiche o essere “ostaggio della politica. Dev’esser solo guidata dal principio di aiutare le comunità civili in difficoltà. Sarebbe un grave errore - ha detto - voler aspettare la completa normalizzazione del Myanmar prima di consentire l’accesso agli operatori umanitari”.
Il Consiglio Onu è disponibile a inviare personale per supervisionare l’eventuale lavoro delle organizzazioni non governative.
Paulo Sergio Pinheiro negli ultimi tempi ha più volte richiamato la necessità di avviare un serio processo di riforme democratiche in Myanmar, in un percorso in cui “gli stessi leader della nazione hanno dichiarato di volersi incamminare”.
I più recenti rapporti di organizzazioni indipendenti sul Myanmar non hanno però portato buone notizie: secondo “Christian Solidarity Worldwide”, la campagna di restrizioni e discriminazioni condotta dal regime militare ai danni delle minoranze etniche e religiose continua con forza. Un recente documento dell’organizzazione delle donne di etnia karen ha inoltre denunciato una vasta compagna di abusi e violazioni compiute dai militari sulle donne. (PA) (agenzia Fides 27/2/2007 righe 25 parole 258)


Condividi: