AMERICA/HONDURAS - “Non possiamo cadere nella trappola di credere che non si possa fare niente.... possiamo risolvere molti problemi se difendiamo la vita in tutti gli aspetti” afferma la Commissione di Pastorale Sociale di San Pedro Sula

martedì, 27 febbraio 2007

Tegucigalpa (Agenzia Fides) - “Non possiamo continuare così" è il titolo del comunicato firmato da Mons. Rómulo Emiliani, Presidente della Commissione Diocesana di Pastorale Sociale della Diocesi di San Pedro Sula (Honduras), di fronte alla situazione in cui si trova la popolazione oppressa dal dolore, dalla frustrazione e dal pessimismo, in quanto domina la delinquenza, la povertà estrema, la violenza, il crimine organizzato, la corruzione. “Non possiamo cadere nella trappola di credere che non si possa fare nulla - si legge nel comunicato -, di lasciarci scoraggiare, e farci condurre dal fatalismo alla sconfitta sicura. Tutto può cambiare positivamente se ci uniamo sempre di più per lottare contro i mali che colpiscono la nostra Patria.... possiamo continuare a risolvere molti problemi se difendiamo la vita in tutti gli aspetti".
Tra i passi da compiere per risolvere questi problemi, Mons. Rómulo Emiliani chiede di investire di più in salute, educazione ed abitazioni; chiede inoltre programmi efficaci che favoriscano la microimpresa e tutta l'industria nazionale; di lottare contro la corruzione pubblica e privata e contro il crimine organizzato; di depurare la polizia nazionale da elementi nocivi. La Commissione condanna inoltre "tutto il sistema nefasto che favorisce il commercio della droga, il furto, la prostituzione, la pornografia ed il contrabbando."
Il Vescovo segnala anche la necessità di aumentare l’occupazione nel paese per lottare contro la povertà, rispettando sempre i diritti dei lavoratori, garantendo il giusto salario, la previdenza sociale, le organizzazioni sindacali, buone condizioni igieniche.... Chiede anche di investire nel campo dell’agricoltura con "programmi di produzione efficaci che assicurino un migliore futuro ai contadini". Questo è uno dei grandi problemi che obbliga migliaia di persone a fuggire tutti gli anni dal paese, per vivere l'incertezza del "sogno americano" che si trasforma in un incubo per la maggioranza dei casi, oppure per emigrare nelle città che non hanno le condizioni minime per accogliere tanta gente. Urgono quindi programmi che assicurino un'esistenza degna a milioni di onduregni che vivono del lavoro dei campi. Il comunicato si conclude lanciando un forte appello a "intensificare la nostra opzione per la vita, davanti alla cultura della morte". (RG) (Agenzia Fides 27/2/2007; righe 25, parole 349)


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