AFRICA/UGANDA - L’abbandono dei punti di raccolta da parte dei combattenti dell’Esercito di Resistenza del Signore rischia di aggravare l’instabilità della regione dell’Africa centro-orientale

lunedì, 26 febbraio 2007

Kampala (Agenzia Fides)- Preoccupazione della comunità internazionale dopo che l’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) ha ufficialmente dichiarato l’intenzione di non riprendere i colloqui di pace con il governo ugandese che si tenevano a Juba in Sud Sudan (vedi Fides 12 gennaio e 7 febbraio 2007). I combattenti dell’LRA hanno già lasciato i due punti di raccolta in territorio sud-sudanese dove, in base alle intese provvisorie raggiunte nel dicembre dell’anno scorso, si erano concentrati in attesa dell’accordo definitivo.
I guerriglieri ugandesi si starebbero dirigendo verso il confine tra il Sudan e la Repubblica Centrafricana, un altro Paese con seri problemi di stabilità. L’LRA rischia quindi di trasformarsi in una “scheggia impazzita” con serie ripercussioni per l’insieme della regione dell’Africa centro-orientale.
Il gruppo ha comunque negato che i suoi componenti si stiano dirigendo verso la Repubblica Centrafricana. Da anni gruppi dell’LRA si muovono tra il nord Uganda, il sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. Costituiti da combattenti ma anche da donne, bambini, con animali al seguito, questi gruppi si muovono in base alle necessità del momento, per sfuggire alle operazioni dell’esercito ugandese o di altri gruppi armati. Per potere sopravvivere sono costretti a depredare villaggi dove vivono popolazioni certamente non abbienti. Insomma, una guerra tra poveri che non fa notizia finché non coinvolge gli interessi di qualche potenza.
La stabilità della regione, dove si è iniziato a estrarre petrolio (Sudan, Ciad e un domani forse anche nella Repubblica Centrafricana e in quella del Congo), sta diventando un interesse primario non solo per i Paesi dell’area, ma anche per la comunità internazionale. La principale preoccupazione riguarda la regione sudanese del Darfur, ma anche la zona di confine tra Sudan, Ciad e Repubblica Centrafricana. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon ha raccomandato il dispiegamento nell'est del Ciad e nel nordest della Repubblica Centrafricana di una forza internazionale da 6mila a 11mila uomini per proteggere i civili coinvolti nel conflitto nel Darfur. Secondo la proposta di Ban Ki Moon, la componente militare della forza avrebbe base a Ndjamena (capitale del Ciad), con un ufficio di collegamento a Bangui (capitale della Repubblica Centrafricana). Il quartier generale operativo sarebbe ad Abeché (Ciad orientale). (L.M.) (Agenzia Fides 26/2/2007 righe 33 parole 385)


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