AMERICA - Ogni anno muoiono 600.000 bambini a causa del rotavirus, l’80% di questi nei paesi in via di sviluppo

sabato, 17 febbraio 2007

San José (Agenzia Fides) - Il rotavirus, virus che produce vomito e diarrea, è la causa della morte di oltre 600.000 bambini all’anno in tutto il mondo, l’80% delle quali avviene nei paesi in via di sviluppo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute il virus si sta estendendo in tutto il pianeta e contagia persone di ogni età, ma sono i bambini con meno di sei mesi e che vivono nei paesi poveri quelli che corrono il rischio maggiore di morire per episodi gravi di gastroenteriti (vomito e diarrea).
Solo in America latina, l’OMS ha calcolato che il rotavirus causa la morte di oltre 15.000 bambini all’anno, oltre 170.000 ricoveri, due milioni di consultazioni mediche e 10 milioni di casi riscontrati nelle abitazioni.
A livello mondiale, le statistiche riportano 600.000 morti all’anno, due milioni di ricoveri, 25 milioni di consultazioni mediche e 111 milioni di casi nelle abitazioni.
Per anni i medici hanno insistito sul fatto che la migliore arma per combattere il virus è l’igiene, tuttavia è stato dimostrato che anche nei paesi più sviluppati e con condizioni sanitarie eccellenti si registrano casi.
Secondo gli esperti, il rischio principale di complicazioni lo corrono i neonati con meno di sei mesi, poiché il primo contagio è quello che produce i sintomi più gravi, che potrebbero compromettere anche la vita dei bambini.
In Guatemala, ad esempio, l’anno scorso in una epidemia di rotavirus si sono ammalati 40.000 bambini e ne sono morti 50.
Il virus, che attacca le pareti interne dell’intestino tenue, si trasmette da persona a persona per via fecale-orale, ma il vero problema è che le misure igieniche di base non evitano del tutto il
contagio. Si tratta di un virus molto resistente che sopravvive ore e fino ad una settimana nelle feci umane.
Un altro fattore che rende difficile il controllo di questa malattia è che molte persone, in particolare adulti, possono essere portatori asintomatici del virus, e di conseguenza trasmetterlo a molti altri senza accorgersene.
Non esiste ancora un trattamento efficace, l’unico è mantenere il paziente idratato fino a quando il virus non viene espulso nelle feci.
In molti paesi come Messico, Venezuela, Brasile, Panama e El Salvador, un maggior controllo delle misure igieniche e di vaccinazioni rientrano già nei programmi di immunizzazione pubblica. (AP) (17/2/2007 Agenzia Fides; Righe:37; Parole:395)


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