EUROPA - La Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) sui trattamenti innovativi chiede attenzione alle questioni etiche

venerdì, 16 febbraio 2007

Roma (Agenzia Fides) - “I vantaggi che deriverebbero dall'attuazione di un regolamento europeo unico per autorizzare le terapie innovative, come l'ingegneria tissulare, la terapia genica o cellulare somatica sono evidenti, ma ci sono delle questioni etiche importanti che non possono essere eluse”.
Lo afferma la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) che valuta in modo parzialmente positivo la proposta di regolamento concernente le terapie innovative adottata dalla Commissione per l'ambiente, la sicurezza alimentare e la sanità il 30 gennaio scorso.
L'invito dei Vescovi europei è a non derogare dal rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'uomo e di altre dichiarazioni analoghe: “il divieto di utilizzare il corpo umano o parti di esso per profitto deve essere garantito dal regolamento insieme alla proibizione di ogni intervento per modificare il patrimonio genetico. E deve essere chiaro che la creazione di esseri ibridi o di chimere (ibridi da innesto) non potrà ricevere l'autorizzazione europea”.
Questo regolamento, spiega il Segretario generale della Comete, mons. Noel Treanor, “deve garantire una valutazione scientifica della qualità, della sicurezza e dell'efficacia dei prodotti sulla base di standard elevati e nel contempo permettere ai pazienti di accedere tali terapie il più rapidamente possibile”.
Mons. Treanor si è dichiarato inoltre favorevole alla proposta, contenuta sempre nel rapporto, “di escludere dal campo di applicazione del regolamento le terapie risultanti da cellule embrionali o fetali umane” e alla volontà della Commissione europea che “tale regolamento non entri in conflitto con le decisioni degli Stati membri circa l'uso di cellule staminali embrionali”.
“Parlamento e Consiglio sono chiamati a dibattere questioni etiche con la serietà e il rispetto necessari. Perchè il progetto europeo sia credibile, serve una discussione seria, rispettosa e costruttiva”. (AP) (16/2/2007 Agenzia Fides; Righe:27; Parole:294)


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