VATICANO - La visita del Santo Padre alla mensa della Caritas di Roma: qui “è possibile toccare con mano la presenza di Cristo nel fratello che ha fame e in colui che gli offre da mangiare. Qui si può sperimentare che, quando amiamo il prossimo, conosciamo meglio Dio”

giovedì, 4 gennaio 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Nella mattina di giovedì 4 gennaio, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita alla Mensa della Caritas di Roma a Colle Oppio. Qui è stato accolto dal Card. Camillo Ruini, Vicario Generale per la Diocesi di Roma, dal Vescovo Ausiliare per il Settore Centro, S.E. Mons. Ernesto Mandara, e dal Direttore della Caritas, Mons. Guerino Di Tora. Il Santo Padre ha fatto ingresso nei locali della Caritas ed ha visitato il Centro-accoglienza, la Mensa, la Sala da Pranzo e il Presepio allestito dai Volontari e dagli Ospiti. All’ingresso della Mensa, il Papa ha scoperto e benedetto una lapide a ricordo della visita che Papa Giovanni Paolo II compì il 20 dicembre 1992. Quindi, nel cortile interno della Mensa, ha incontrato gli Ospiti della Mensa e i Volontari della Caritas. Dopo il saluto del Direttore della Caritas, di un Ospite e di un Volontario, il Santo Padre ha pronunciato il suo discorso.
“In questa Mensa, che in un certo modo potrebbe essere considerata il simbolo della Caritas di Roma, in questa locanda - ha detto Papa Benedetto XVI -, è possibile toccare con mano la presenza di Cristo nel fratello che ha fame e in colui che gli offre da mangiare. Qui si può sperimentare che, quando amiamo il prossimo, conosciamo meglio Dio: nella grotta di Betlemme, infatti, Egli si è manifestato a noi nella povertà d’un neonato bisognoso di tutto. Il messaggio del Natale è semplice: Dio è venuto tra noi perché ci ama e aspetta il nostro amore. Dio è amore: non un amore sentimentale, ma un amore che si è fatto dono totale sino al sacrificio della Croce, cominciando con la nascita nella grotta di Betlemme”.
Riferendosi al presepio allestito all’interno della mensa, il Santo Padre ha ricordato che “il presepe ci dice che amore e povertà vanno insieme, come insegna anche un grande innamorato di Cristo, san Francesco d’Assisi… Appena nato, Gesù è stato deposto nella mangiatoia di Betlemme, parola che, come voi sapete, significa la Casa del pane. In realtà Gesù, "il pane disceso dal cielo", "il pane della vita" (cfr Gv 6,32-51), si rende in qualche modo visibile ogni giorno in questa Mensa, dove non si vuole dare soltanto da mangiare - certamente mangiare è importante -, ma si vuole servire la persona, senza distinzione di razza, religione e cultura. "L’uomo che soffre ci appartiene", diceva il mio indimenticabile Predecessore, Giovanni Paolo II, al quale proprio oggi abbiamo intitolato la Mensa. Dalla grotta di Betlemme, da ogni presepe si diffonde un annuncio che vale per tutti: Gesù ci ama e ci insegna ad amare, ci provoca ad amare”.
Prima della preghiera conclusiva dell’incontro, il Papa ha espresso l’auspicio che “lo Spirito Santo animi i cuori dei responsabili e di tutti gli operatori e volontari, perché compiano il loro servizio con dedizione sempre più consapevole, ispirandosi all’autentico stile dell’amore cristiano”. (S.L.) (Agenzia Fides 4/1/2007; righe 31, parole 480)


Condividi: