ASIA/BIRMANIA - La Birmania vive una delle epidemie di Hiv/Aids più serie che abbiano colpito il paese, con 360 mila contagi ed una prevalenza dell’1,3% di casi tra gli adulti

venerdì, 9 febbraio 2007

Roma (Agenzia Fides) - Secondo il coordinatore del Programma Globale di Accesso alla Salute che ha sede a Los Angeles, l’elevato numero di casi di Hiv registrati tra la popolazione al confine indiano con la Birmania costituisce una minaccia seria per il futuro più immediato.
L’otto per cento delle donne sottoposte ad esami nelle aree di confine sono sieropositive, mentre nelle restanti aree questa proporzione è normalmente tra uno e due per cento.
Secondo il rapporto 2006 del Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids (Unaids), la Birmania soffre una delle epidemie più serie che abbiano colpite l’Asia.
Sono circa 360.000 le persone contagiate nel paese, e la prevalenza nazionale tra gli adulti è dell’ 1,3%. Nella lista regionale dell’Unaids, il paese è al terzo posto dietro Cambogia (1,6%) e Tailandia (1,4%).
L’allarme è stato lanciato dagli esperti di salute pubblica al termine di un seminario a Bangkok sulle malattie infettive diffuse nelle aree di confine dell’Asia sud orientale e meridionale.
Nel rapporto del 2005 “Una minaccia per la pace: Un appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU da attuare in Birmania”, pubblicato dall’ex presidente cecoslovacco Vaclav Havel e dell’arcivescovo sudafricano e premio Nobel Desmond Tutu, emerge che “la Birmania è stato il principale contribuente alla diffusione dell’Hiv/Aids nel sud est asiatico. Poiché il paese è il fornitore di eroina della regione, i ceppi di Hiv originati lì, adesso si propagano per i paesi vicini, lungo il percorso della droga”.
Tuttavia, dalla pubblicazione del rapporto, le condizioni non sono cambiate. L’Organizzazione Mondiale della Salute ha messo il sistema sanitario birmano al secondo posto tra i peggiori, dopo la Sierra Leone. Quasi tre quarti della popolazione vive in condizioni di povertà, nonostante le ricchissime risorse naturali del paese.
I servizi sanitari e le informazioni disponibili per i portatori di Hiv o per le fasce più vulnerabili della popolazione, come le minoranze etniche, sono molto scarsi. Ci sono zone dove il governo proibisce l’ingresso alle organizzazioni non governative internazionali.
Le province nordorientali di Nagaland e Manipur sono due di quelle zone, dove è stata registrata la maggiore prevalenza di Hiv in India. Anche la Cina affronta una simile crisi al confine con la Birmania. (AP) (9/2/2007 Agenzia Fides ; Righe:31 Parole :389)


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