AMERICA/ARGENTINA - “La Chiesa non chiede privilegi ma la salvaguarda dei diritti garantiti dalla Costituzione Nazionale”: dichiarazione della Chiesa riguardo alla legge sull’educazione nazionale

mercoledì, 7 febbraio 2007

Buenos Aires (Agenzia Fides) - Nella cornice del 44º Corso dei Rettori, organizzato dal Consiglio Superiore di Educazione Cattolica (CONSUDEC) che si sta celebrando dal 5 al 10 febbraio a Buenos Aires (vedi Fides 20/1/2007), la Commissione Episcopale dell’Educazione Cattolica della Conferenza Episcopale Argentina, presieduta da Mons. Guillermo José Garlatti, Arcivescovo di Bahia Blanca, ha diffuso un'estesa dichiarazione titolata "La Chiesa e la legge sull’educazione nazionale", in cui si analizza la nuova legge sull’educazione.
In primo luogo si valutano gli aspetti positivi della legge, come sostenere che l'educazione è un bene pubblico ed un diritto personale e sociale, riconoscere la famiglia come soggetto naturale e primario dell'educazione. Si afferma anche che il fine dell'educazione consiste nella formazione integrale della persona in tutte le sue dimensioni, ma per ottenere questo si deve includere anche la dimensione religiosa e trascendente dell'uomo, afferma il comunicato dei Vescovi. Si considera inoltre che il testo include "aspetti, azioni ed innovazioni che si ritengono di somma importanza nella attuale situazione del nostro sistema educativo", come la priorità all'educazione come politica di Stato, l'estensione dell'obbligatorietà, il riconoscimento della libertà delle opzioni educative, la priorità per i settori più svantaggiati, ed il finanziamento dell'educazione come bene pubblico.
Oltre a questi aspetti positivi ci sono anche degli aspetti negativi che preoccupano i Pastori della Chiesa argentina, come "l'eccessiva centralizzazione del sistema educativo, particolarmente rispetto alla formazione dei docenti". Preoccupa i Vescovi anche l'inclusione, come contenuto curriculare obbligatorio, della Legge 26171 che ratifica il "Protocollo facoltativo della Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna" (CEDAW), che insiste sui programmi di pianificazione familiare che potrebbero facilitare pratiche come la contraccezione, la sterilizzazione e l'aborto, aspetto sul quale in diverse occasioni l'Episcopato argentino si è già pronunciato (vedi Fides 14/12/2006).
A ciò si aggiunge inoltre l’introduzione della cosiddetta “ideologia del genere”, principio opposto alla realtà della natura umana, poiché l'uomo fin dal suo concepimento biologico è sessuato, uomo o donna. La Chiesa ha chiesto con insistenza che si aggiungano tra i contenuti curriculari la difesa della vita umana e della sua dignità, in quanto essa "non chiede privilegi ma la salvaguarda dei diritti garantiti dalla Costituzione Nazionale."
"Come Pastori della Chiesa - conclude la dichiarazione - ci impegniamo ed invitiamo ad un'attiva partecipazione delle famiglie e delle istituzioni della società civile per assicurare, tanto nella gestione statale come nella gestione privata di ogni giurisdizione, il migliore esercizio possibile delle attività educative. I nostri bambini e i nostri giovani meritano i migliori sforzi affinché possano realizzare uno sviluppo integrale della loro personalità". (RG) (Agenzia Fides 7/2/2007; righe 34, parole 430)


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