VATICANO - Le preghiere del cristiano in tutte le lingue: georgiano - Le radici cristiane dei Popoli d’Europa

martedì, 30 gennaio 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - L’evangelizzazione della Georgia inizia nel I secolo, in particolare grazie all’apostolo Andrea. Più tardi alcuni missionari vennero da Cipro, Siria, Armenia, Grecia, Regno Parto e dal Ponto. Le loro missioni in Georgia, chiamata “Skvithia”, sono esposte non solo negli antichi documenti georgiani, ma anche nelle cronache greche e latine. Divenuto religione di Stato nel 330, il cristianesimo ha portato la Georgia ad intrattenere strette relazioni culturali con Bisanzio, una delle civiltà più avanzate dell’epoca, e la sua propagazione ha incoraggiato lo sviluppo e lo sbocciare della cultura in Georgia.
L’Asia Minore in effetti era stata già evangelizzata dal I secolo e il Cristianesimo era risalito verso nord, fino ad Abkhazia (la parte nord-ovest della Giorgia, sulla costa). Se ne ha una bella testimonianza storica nelle liste del Concilio di Nicea del 325. Si sa che c’era un certo Stratofilo, Vescovo di Pitsunda (Bicuinta) sulla costa abkhaza.
La conversione di Mirian, il re degli Iberi (la parte sud-est della Georgia era allora divisa in due regni, che i Greci conquistarono con Alessandro Magno: l’Iberia ad est e la Colchide ad ovest), si colloca intorno al 334-335, ed è opera di una prigioniera straniera.
È Santa Nino o Cristina o Cristiana. Conosciamo la sua vita con lo scrittore ecclesiastico Rufino che diede alcuni dettagli sulla conversione dell’Iberia, regione interna dell’attuale Georgia. Una giovane prigioniera cristiana, di cui si ignora il paese d’origine, divenuta schiava alla corte reale di Mzkheta, non lontano da Tbilisi, conserva tutta la sua fede accanto al re Mirian. Più che la sua bellezza, è la sua instancabile carità che la fa amare e rispettare. Rufino di Aquilea ce ne parla nella sua “Storia Ecclesiastica”: “Questa prigioniera non ha nome. Ma i Georgiani l’hanno chiamata Nino. Era una cappadociana che aveva vissuto a lungo in Terra Santa, verso il 330,si sente investita di una missione di evangelizzazione, risale verso nord e si insedia non lontano dal fiume Koura, a Mts’khet’a che era la città religiosa dei Georgiani. E lì visse tre anni in ascesi, senza chiedere niente a nessuno. Semplicemente pregava. Un giorno le portano un bambino malato. Santa Nino guarì il bambino”.
Allora viene chiamata al fianco di Nana, regina d’Iberia, che stava per morire, e le ridona la salute. Ne parlano al re, che inizialmente non si lascia convincere, ma quando il re vuole ricompensare Nino, ella risponde di preferire la sua conversione. Un giorno, il re parte per andare a caccia e a mezzogiorno avviene un’eclisse di sole. Il re, terrorizzato, prega il Dio di Santa Nino e della regina Nana ed il sole riappare. Allora il re decide di convertirsi anche lui e chiede a Santa Nino di mostrargli come si costruisce un santuario per il suo vero Dio. Santa Nino fa quindi costruire una chiesa, la prima chiesa della Georgia, che si può visitare ancora oggi e si chiama “colonna vivente”. È una chiesa costruita su basi di pietra e con colonne in legno. Sotto indicazione di Santa Nino, si elevano le due prime colonne. Ma è impossibile elevare la terza. Si cercano gli uomini più forti, dei buoi, ma niente di fatto. Nino trascorre tutta la notte in preghiera davanti la colonna e quando il re torna l’indomani, trova la colonna sospesa in aria al di sotto della base. Nel momento in cui il re arriva Nino fa un gesto e la colonna si posa. Così, secondo la tradizione popolare, viene costruita la prima chiesa di Georgia.
Qualche tempo dopo, egli chiederà all’Arcivescovo di Costantinopoli di mandargli un Vescovo per evangelizzare il regno. Santa Nino si ritira nella regione di Bobda, dove, dal IV secolo, fu costruita una cattedrale. A Mzekheta un piccolo oratorio ricorda ancora il battesimo della Georgia. Nino, morta verso il 335-347, viene sepolta nel convento di Bodba, in Kakheti. Una cattedrale ed un monastero saranno fondati in suo ricordo poco dopo la sua morte.
Il monachesimo cristiano è fiorito abbondantemente in Georgia, a partire dalla cristianizzazione del paese. Uno dei primi monasteri conosciuti è quello di Nekresi, fondato nel IV secolo nella regione di Telavi (provincia di Kakheti). Alcuni di loro oltrepassarono persino i confini nell’Impero Bizantino, come il monastero degli Iberi sul Monte Athos, il monastero di Santa Croce a Gerusalemme e di Santa Caterina sul Monte Sinai.
Le prime chiese della Georgia che conosciamo hanno un’architettura ispirata alle basiliche palestinesi ed un buon numero sono situate ad est del paese, uno degli humus importanti del cristianesimo in Georgia. Così sono le chiese monastiche di Shuamta e di Tskhrakari (Metani).
La prima versione georgiana del Vangelo è della prima metà del V secolo, mentre la prima Bibbia integrale è datata al VI secolo.
Papa Giovanni Paolo II si è recato in visita apostolica in Georgia, a Tbilisi, la capitale, l’8 ed il 9 novembre 1999. La Georgia, evangelizzata da Sant’Andrea, conta 5.337.000 abitanti; il 65% ortodossi, l’11% musulmani e 50.000 cattolici, appena l’1%. Attualmente in Georgia ci sono 15 comunità di rito latino, 3 di rito assiro-caldeo, 20 di rito armeno; 12 preti latini, 1 caldeo 4 armeni; 18 religiose latine, 9 religiose armene, 2 caldee; 3 seminaristi che studiano a San Pietroburgo ed altri 8 che si preparano alla vita religiosa. (J.M.) (Agenzia Fides 30/1/2007 - righe 59, parole 877)


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