ASIA - Ritorna il virus dei polli: 63ma vittima in Indonesia, confermato il secondo focolaio nell'arco di un mese in Giappone e anche il primo focolaio del 2007in un Paese dell'Unione europea

venerdì, 26 gennaio 2007

Roma (Agenzia Fides) - Sale a 63 il numero dei morti in Indonesia per l'H5N1. E’ stato confermato il decesso di una bambina indonesiana, il 19 gennaio, a causa dell'influenza aviaria in un ospedale di Yogyakarta, in Indonesia.
L’incubo torna ad affacciarsi anche in Giappone, dove è stato registrato il secondo focolaio nell'arco di un mese. Lo scorso novembre, il timore di una epidemia era piombato di nuovo sulla regione con la scoperta in Corea del Sud di un focolaio di H5N1, che però era stato prontamente circoscritto con l’abbattimento di 350.000 volatili.
L’allarme era scattato nella fattoria di Hyuga, prefettura sudorientale di Miyazaki, dopo la morte sospetta di circa 200 polli. Da allora sono stati oltre 3.200 i volatili morti a causa del virus. Dopo le conferme epidemiologiche, il ministero dell'Agricoltura ha deciso di procedere con l'abbattimento di tutti gli animali. Sono in corso analisi per capire se si tratti della temuta influenza aviaria di tipo H5N1. Intanto le autorità sanitarie giapponesi si apprestano ad abbattere oltre 50.000 polli. Nei giorni scorsi la prima epidemia aveva colpito una fattoria a Kiyotake, a 60 chilometri di distanza da Hyuga, dove il virus H5N1 aveva ucciso oltre 4.000 polli, e altri 8.000 erano stati tempestivamente abbattuti dalle autorità per circoscrivere il contagio.
L'influenza aviaria aveva già colpito il Giappone nel 2004, quando nel periodo tra gennaio e marzo, erano scoppiate quattro epidemie appartenenti al ceppo H5N1.
I focolai di questo virus letale non si limitano purtroppo al continente asiatico. La Commissione europea ha confermato che il virus scoperto in un allevamento di oche in Ungheria è l'H5N1, il più letale tra gli agenti patogeni dell'influenza aviaria. Si tratta del primo focolaio del 2007 in un Paese dell'Unione europea.
I sospetti sulla presenza del virus in Ungheria sono stati causati da un tasso di mortalità anormale in uno stormo di oltre tremila oche, che sono state abbattute per motivi precauzionali.
Le autorità ungheresi hanno già provveduto all'abbattimento dell'allevamento infetto per evitare la diffusione del virus. Inoltre sono state prese le misure precauzionali stabilite dalla direttiva e dalla decisione comunitaria che prevede la creazione di una zona di protezione di 3 chilometri e una di sorveglianza di 10 chilometri intorno al luogo in cui si è verificato il contagio. (AP) (26/1/2007 Agenzia Fides; Righe:33; Parole:413)


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