AFRICA/GUINEA - Si aggrava la crisi in Guinea, i Paesi vicini decidono di impegnarsi in prima persona per cercare una soluzione

sabato, 20 gennaio 2007

Conakry (Agenzia Fides)- Si acuisce la tensione in Guinea sconvolta da 10 giorni da uno sciopero che sta paralizzando il Paese (vedi Fides 17 gennaio 2007). Ieri, 19 gennaio, altre due persone, uno scolaro e un giovane, sono cadute sotto i colpi della polizia. Sul piano politico, il Presidente Lansana Conte ha destituito il Ministro responsabile degli affari presidenziali, Fode Bangoura, che svolgeva le funzioni di Primo Ministro dopo l'allontanamento di Dalein Diallo. Al suo posto è stato messo il ministro per la Pianificazione Eugene Camara. Il provvedimento non è stato accompagnato da alcuna spiegazione, ma è certo che sia in relazione con i gravi incidenti che hanno funestato le proteste indette inizialmente contro la corruzione.
I sindacati e l’opposizione che guidano la protesta popolare non ritengono però sufficiente l’allontanamento del Premier ad interim e continuano a richiedere le dimissioni dello stesso Presidente.
Lo sciopero generale quindi continua e rappresenta la sfida maggiore al Presidente Conté da quando ha preso il potere con un golpe nel 1984. Nelle strade deserte della capitale Conakry gruppi di giovani continuano a scontrarsi con la polizia, che risponde con il lancio di candelotti lacrimogeni e a volte sparando. Le violenze si sono diffuse anche ad altre zone, come nella città di Kissidougou, 500 km a sud-est della capitale, dove almeno una persona ha perso la vita. La protesta quindi rischia di trasformarsi in una vera e propria rivolta popolare.
Gli osservatori internazionali temono inoltre che il deterioramento della situazione dell’ordine pubblico e la protesta popolare aggravino lo scontro tra le diverse fazioni interne al campo presidenziale. Il Capo dello Stato è malato da tempo di diabete, soffre di amnesie e deve essere ricoverato spesso all’estero. Il suo controllo dell’apparato statale è quindi compromesso e i suoi diversi collaboratori aspirano ora a prenderne il posto, senza però tenere conto della volontà popolare di cambiare pagina.
Vi è infine da considerare la posizione dell’esercito. Se gli alti ufficiali sono legati a Conté, i quadri intermedi e la truppa sono più propensi a un cambiamento.
I Paesi dell’area sono profondamente preoccupati dalla crisi guineana che potrebbe coinvolgere gli Stati confinanti, se non altro con un eventuale afflusso di profughi e rifugiati, nel caso che scoppiasse una vera e propria rivolta. Gli 11 Capi di Stato della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO), riuniti in un vertice a Ouagadougou (Burkina Faso) hanno espresso la loro preoccupazione per la crisi in Guinea e hanno incaricato il Presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, di guidare una delegazione della CEDEAO a Conakry per prendere contatto con tutte le parti coinvolte nella crisi. (L.M.) (Agenzia Fides 20/1/2007 righe 38 parole 458)


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