AFRICA/SOMALIA - “Non sprecate la migliore occasione di pace degli ultimi 16 anni” dice l’inviato dell’ONU

venerdì, 19 gennaio 2007

Mogadiscio (Agenzia Fides)- “Non sprecate la migliore occasione di riportare la pace degli ultimi 16 anni”. Così il rappresentate speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Somalia, François Lonseny Fall, ha esortato i dirigenti delle diverse fazioni somale a comporre le loro divergenze per far uscire la Somalia dal caos.
Nella sua prima visita a Mogadiscio, dopo la conquista della capitale somala da parte delle truppe etiopiche e di quelle del Governo di Transizione Nazionale (vedi Fides 28 dicembre 2006), Fall ha incontrato il Presidente somalo Abdullahi Yusuf per discutere l’invio di una forza di pace africana che dovrà prendere il posto delle truppe etiopiche per garantire la sicurezza del Paese e avviare la ricostruzione.
La comunità internazionale teme infatti che si verifichi un vuoto di potere e che il Paese precipiti nel caos di una nuova guerra civile. Finora però solo pochi Paesi hanno dato la loro disponibilità a contribuire alla costruzione della forza di pace di 8mila uomini da dispiegare in gran parte a Mogadiscio. L’Uganda ha offerto un contingente di 1.500 uomini, il cui invio deve essere ancora approvato dal Parlamento. Tanzania, Nigeria e Rwanda stanno valutando la questione e lo stesso fa il Sudafrica, il cui esercito però è già impegnato in altre missioni di pace e non sarebbe dunque in grado di offrire un contributo numericamente importante.
Il Presidente Yusuf ha assicurato l’inviato dell’ONU sul suo impegno di riconciliare tutte le componenti della società somala. “Non vogliamo più avere signori della guerra in Somalia. Vogliamo un governo. La riconciliazione procede. Ci stiamo incontrando con i leader di tutte le fazioni” ha detto Yusuf annunciando che procede pure il programma di disarmo delle fazioni presenti a Mogadiscio.
La via della riconciliazione nazionale però è ancora lunga da percorrere e l’improvvisa destituzione el Presidente dell’Assemblea Nazionale, Sharif Hassan Sheikh Aden, votata il 17 gennaio dallo stesso Parlamento, ha creato tensione e ha sollevato dubbi sulla legittimità del provvedimento. La stessa comunità internazionale è rimasta perplessa anche perché Aden è stato rimosso mentre si trovava in visita a Roma. Il Presidente dimesso ha affermato che la Somalia rischia di essere trascinata su una strada autoritaria e non democratica. Aden è considerato appartenente all’ala più disponibile al dialogo della compagine governativa e il suo siluramento è visto dagli osservatori internazionali come il segnale del rafforzamento dell’ala più intransigente che vuole sconfiggere militarmente le Corti islamiche.
I governi europei e gli Stati Uniti hanno espresso la loro preoccupazione per la destituzione di Aden, che era visto come l’uomo di collegamento tra il governo di transizione e la parte più disponibile al dialogo delle Corti islamiche. (L.M.) (Agenzia Fides 19/1/2007 righe 37 parole 458)


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