AFRICA/NIGERIA - La ribellione nel delta del Niger, il polmone petrolifero della Nigeria- Scheda

giovedì, 18 gennaio 2007

Abuja (Agenzia Fides)- Il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (MEND) nasce sull’esempio di organizzazioni preesistenti che da anni lottano per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni del Delta del Niger.
Questi movimenti sono nati negli anni ’80 del secolo scorso quando la Nigeria era dominata da una dittatura militare. Tra le organizzazioni nate in quel periodo vi era il “Ijaw National Congress” (INC), creato a Port Hancour e dal quale nascerà il MEND. Lo scopo di questa organizzazione era la fine del regime militare e il ritorno della democrazia, la creazione di nuovi Stati nelle aree dove sono presenti forti minoranze etniche, e soprattutto un’equa condivisione delle rendita petrolifera. I giacimenti petroliferi nigeriani sono infatti concentrati nel sud del Paese, ma le popolazioni locali continuano a vivere nell’indigenza e nella mancanza di infrastrutture. Le attività estrattive inoltre hanno gravemente danneggiato l’ambiente e le tradizionali attività economiche (pesca e agricoltura).
Agli inizi degli anni ’90 si affacciò per la prima volta la speranza di un cambiamento con l’annuncio di libere elezioni. Nel 1993 però l’allora Presidente Babangida deluse le aspettative della popolazione con l’annullamento della tornata elettorale. In questo periodo, nel Delta, emersero diverse organizzazioni costituite da giovani di etnia Yoruba, Haussa e Igbo, che avevano però agende diverse. Alcune, infatti, reclamavano la dissoluzione della Federazione nigeriana e la creazione di nuovi Stati indipendenti basati sui diversi gruppi etnici, mentre l’Arewa Peoples Congress proponeva la conservazione della Federazione sotto il controllo di una leadership civile e militare di etnia Hausa. Il confronto politico sfociò presto nella lotta armata contro le forze governative. Non sono mancati anche gli scontri armati tra le diverse formazioni di guerriglia.
Nelle zone abitate dalla popolazione Ijaw, il dibattito politico assunse una differente connotazione. La dirigenza dell’INC infatti affermava che l’etnia Ijaw era stata deliberatamente dispersa in diversi Stati costieri, venendo a costituire una minoranza oppressa, e rivendicava il diritto di riunire l’etnia in due o tre Stati omogenei. Nonostante gli eccessi commessi dai militari nel reprimere la protesta della popolazione, la protesta era rimasta sostanzialmente pacifica grazie alla mediazione dei leader tradizionali.
La tensione nell’area divenne acuta a partire dalla fine degli anni ’90, sia per il controllo delle istituzioni locali da parte delle diverse etnie, sia per l’apparire di bande specializzate nei furti di petrolio dagli oleodotti locali. La crescente militarizzazione dell’area è sfociata in incidenti che hanno coinvolto la popolazione civile, alienando sempre di più il suo consenso nei confronti delle autorità.
Il 15 febbraio 2006, elicotteri dell’esercito nigeriano attaccano il villaggio Ijaw di Okerenkoko, nell’ovest del delta, considerato l’epicentro delle attività di furto di petrolio. Questo sanguinoso episodio segna la nascita del MEND, con la fusione di diversi gruppi preesistenti. Dietro questa sigla, in effetti, non esiste una vera e propria organizzazione strutturata, quanto un’idea, un metodo di lotta, condivisa dagli abitanti dei villaggi Ijaw dispersi nel Delta. La rete di telefoni cellulari e Internet facilita le comunicazione tra i diversi componenti del movimento, che sono in grado di concentrare rapidamente gli attacchi contro un obiettivo per poi disperdersi per evitare di scontrarsi con l’esercito regolare. Il MEND ha adottato la tattica del sequestro di personale straniero che opera nel settore petrolifero: in questo modo si ottiene l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla questione del Delta e si disturba le attività estrattive. (L.M.) (Agenzia Fides 18/1/2007 righe 48 parole 573)


Condividi: