AFRICA/GUINEA - La Guinea paralizzata dallo sciopero generale che si è esteso al settore minerario

mercoledì, 17 gennaio 2007

Conakry (Agenzia Fides)- Si allarga la protesta popolare in Guinea per chiedere le dimissioni del Presidente Lansana Conté. Lo sciopero generale, che da giorni sta paralizzando il Paese, si è esteso al vitale settore minerario. I lavoratori delle compagnie di estrazione della bauxite hanno infatti aderito allo sciopero, impedendo le esportazioni del minerale, dal quale si ricava l’alluminio, di fondamentale importanza per l’industria aerospaziale mondiale.
Lo sciopero generale è stato proclamato una settimana fa per protestare contro l’aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità e dei carburanti e soprattutto per costringere l’anziano e malato Presidente a rassegnare le dimissioni e a nominare un governo di unità nazionale. Lunedì 15 gennaio i leader della protesta hanno inviato al Presidente Conté una lettera con la quale motivano la richiesta di dimissioni anche per permettere al Capo dello Stato di ritirarsi a vita privata “per potersi curare meglio”.
Le tensioni dei giorni scorsi sono sfociate in scontri tra i dimostranti e la polizia nella capitale Conakry. Almeno un centinaio di persone sono state arrestate dalle forze dell’ordine che affermano che i manifestanti avrebbero assaltato alcuni negozi e dato fuoco a pneumatici e spazzatura per le strade della capitale. Quello in corso, di durata illimitata, è il terzo sciopero generale in un anno.
Ora che la protesta si è estesa al settore dell’estrazione della bauxite si rischia di alzare ulteriormente la tensione e di coinvolgere anche gli interessi dei gruppi industriali stranieri che controllano la produzione e la commercializzazione dell’alluminio.
L’attuale Capo dello Stato ha preso il potere nel 1984 con un colpo di Stato, dopo la morte del primo Presidente della Guinea indipendente, Sekou Touré. Dal 1993, ha reintrodotto, almeno formalmente la democrazia e il multipartitismo. In quell’anno infatti si sono tenute le elezioni presidenziali e Conté fu eletto Presidente, venendo poi confermato alla carica in altre due elezioni. La sua politica viene definita dai suoi critici e oppositori come “confusa e stravagante”, con frequenti rimpasti ministeriali. Sofferente da tempo di diabete, effettua frequenti viaggi all’estero per curarsi. La maggior parte degli osservatori sono preoccupati dal fatto che non avendo preparato la sua successione, un’improvvisa scomparsa del Capo dello Stato rischia di gettare la Guinea nel caos e scatenare una lotta acerrima all’interno del suo entourage.
La Guinea è considerata tra i Paesi più poveri del mondo: almeno il 40 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il reddito pro capite è di appena 430 dollari l’anno e l’accesso a acqua e luce non è garantito neanche nella capitale Conakry. (L.M.) (Agenzia Fides 17/1/2007 righe 37 parole 442)


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