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N’Djamena (Agenzia Fides)- L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) continua ad esprimere preoccupazione per le condizioni di sicurezza in Ciad orientale, dove si trovano più di 220mila rifugiati provenienti dal Darfur e ora più di 100mila sfollati interni ciadiani, 20mila dei quali fuggiti nel corso delle ultime tre settimane. Lo afferma una nota dell’organismo dell’ONU inviata all’Agenzia Fides.
Mentre si è verificata una riduzione dei combattimenti tra l'esercito ciadiano e le forze dell'opposizione, continuano invece gli scontri tra diverse comunità nelle aree sud-orientali del Paese, vicino al confine con la regione sudanese del Darfur. Più di 10mila ciadiani sono stati cacciati dalle proprie case in seguito a scontri avvenuti al confine, perpetrati, in base a testimonianze dirette, dalle milizie Janjaweed nella regione di Borota, mentre altri 10mila sono fuggiti da più di 20 villaggi e ora si stanno affollando nella città di Gassire, 8 chilometri a nord di Goz Beida.
L’insicurezza attualmente costituisce una minaccia diretta per i campi profughi che ospitano migliaia di sudanesi del Darfur. Le agenzie umanitarie, le cui attività erano già state ridotte a causa dell'insicurezza, sono ora pesantemente sotto pressione. Il Presidente ciadiano Idriss Deby Itno ha annunciato che il governo manderà delle truppe dell'esercito per riportare la sicurezza in Ciad orientale e ha dichiarato che il suo governo ha stanziato 4 milioni di franchi CFA (circa 8 milioni di dollari) per l'assistenza agli sfollati interni ciadiani.
All'interno di dodici campi profughi gestiti dall'UNHCR in Ciad orientale vengono accolti 220mila rifugiati provenienti dal Darfur. Questi vanno ad aggiungersi agli oltre 46mila rifugiati della Repubblica Centrafricana che si trovano in Ciad meridionale. (L.M.) (Agenzia Fides 10/1/2007 righe 27 parole 292)
