AFRICA/COSTA D’AVORIO - L’opposizione respinge il piano presentato dal Presidente Gbagbo per uscire dalla crisi che si protrae dal 2002

giovedì, 21 dicembre 2006

Abidjan (Agenzia Fides)- L’opposizione ivoriana ha respinto il piano per uscire dalla crisi presentato dal Presidente Laurent Gbagbo in un discorso televisivo alla nazione. “Si tratta di un tentativo di guadagnare tempo senza preoccuparsi della vera risoluzione” ha detto Alphonse Djédjé Mady, Presidente del Rassemblement des Houphouétistes pour la Démocratie et la Paix (RHDP), la coalizione che raggruppa i principali schieramenti d’opposizione.
Nel suo discorso Gbagbo ha sottolineato la necessità che gli ivoriani prendano in mano il proprio destino, dopo i diversi tentativi senza esito della comunità internazionale di risolvere la crisi nella quale era sprofondato il Paese nel 2002. Il Presidente ivoriano ha presentato un piano in 5 punti per uscire dall’impasse negoziale: dialogo diretto con le forze ribelli che controllano il nord della Costa d’Avorio; soppressione della “zona di fiducia” che divide i due contendenti con conseguente ritiro della unità francesi dell’Operazione Licorne e di quelle delle Nazioni Unite che la presidiano; creazione di un servizio civile nazionale dalla durata di 18 mesi per accogliere i giovani che fanno parte delle diverse milizie; amnistia generale eccetto per coloro che si sono macchiati di crimini contro l’umanità e reati economici; istituzione di un programma per aiutare i profughi a rientrare nelle proprie aree d’origine.
L’opposizione e una parte della stampa locale obiettano che il piano del Capo dello Stato ivoriano di fatto annullerebbe sia gli accordi di Linas-Marcoussis, del gennaio 2003, che avevano posto fine alle ostilità, sia le Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1633 e 1721, che hanno portato alla creazione di un governo di unità nazionale presieduto da Charles Konan Banny.
Se Gbagbo dovesse andare fino in fondo nel suo proposito di “tirare un tratto di penna” su tutto quello che è stato finora prodotto dalla comunità internazionale per risolvere la crisi, allora, secondo i critici della proposta presidenziale, il Primo Ministro Banny sarebbe dimissionato e il Presidente dovrebbe formare un nuovo governo, guidato da un Premier con poteri ridotti (le risoluzioni dell’ONU hanno infatti stabilito poteri maggiori al Capo del Governo di unità nazionale). Sarebbe inoltre messo in discussione un altro risultato ottenuto dalla comunità internazionale: l’applicazione dell’articolo 48 della Costituzione che aveva permesso al principale leader dell’opposizione, Alassane Ouattara, di presentarsi alle elezioni previste il 30 ottobre ma poi rinviate sine die (vedi Fides 9 settembre 2006). In base a leggi che erano in contraddizione con l’articolo 48 della Costituzione, solo le persone i cui genitori erano entrambi ivoriani potevano presentare la propria candidatura alle cariche pubbliche.
Mentre l’opposizione politica ha subito reagito negativamente, i ribelli non hanno ancora risposto alle proposte di Gbagbo. Osservatori locali sottolineano, però, che nel discorso del Capo dello Stato non vi era il minimo accenno alla principale richiesta dei ribelli: la distribuzione di documenti d’identità a 3 milioni e mezzo di persone di origine straniera, nate in Costa d’Avorio ma mai registrate all’anagrafe.
La soluzione della crisi appare quindi ancora lontana. Come riferito in diverse occasioni all’Agenzia Fides da fonti locali, lo status quo che dura dal 2002 ha creato un’economia illegale (dai pedaggi estorti agli abitanti ai traffici di diamanti) che, di fatto, condiziona il raggiungimento di una soluzione reale. (L.M.) (Agenzia Fides 21/12/2006 righe 45 parole550)


Condividi: