AFRICA/LIBERIA - “39mila ex guerriglieri ancora da integrare nella società civile” afferma un rapporto dell’ONU

mercoledì, 20 dicembre 2006

Monrovia (Agenzia Fides)- Senza la creazione di una politica di sicurezza nazionale la Liberia non sarà capace di far a meno delle forze delle Nazioni Unite dispiegate nel Paese per garantire la protezione dei propri cittadini. È questo il senso di un rapporto recentemente presentato dal Segretario uscente delle Nazioni Unite, Kofi Annan, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Dopo la firma dell’accordo di pace nel 2003 ad Accra (Ghana) che ha messo fine alla guerra civile, le Nazioni Unite hanno dispiegato un contingente di Caschi Blu per assicurare il disarmo delle diverse milizie che si erano combattute e per garantire la sicurezza del Paese, nell’attesa della creazione del nuovo esercito e delle nuove forze di polizia. In base agli accordi, infatti, una parte dei vecchi combattenti deve essere integrata nelle nuove forze di sicurezza, che sono create con l’appoggio della comunità internazionale e di una compagnia militare privata americana.
Il rapporto presentato da Kofi Annan afferma che l’obbiettivo di avere 3.500 nuovi poliziotti addestrati entro luglio 2007 potrà essere raggiunto, ma sottolinea che il nuovo esercito non sarà totalmente operativo prima del 2008, se non più tardi.
Vi sono inoltre gravi ritardi nel processo di disarmo degli ex combattenti; secondo il rapporto più di 39mila degli oltre 100mila miliziani non hanno ancora avuto accesso ai programmi di integrazione nella società civile. Il rapporto sottolinea che il governo ha l’obbiettivo di creare un esercito di 2mila uomini, ma con ben 39mila guerriglieri ancora da integrare nella società, la stabilità del Paese non potrà essere garantita ancora per diversi anni. Finora solo 106 militari hanno ricevuto un addestramento minimo.
Ma il rapporto sottolinea pure che i ritardi nella creazione di un minimo di Stato sociale (educazione e sanità) contribuiscono a creare rischi sul piano della sicurezza. “L’estensione limitata dei servizi sanitari nel Paese rimane un problema cruciale. Al momento il Paese dipende dalle organizzazioni non governative, che provvedono al 90% delle cure primarie e dei servizi ospedalieri”. (L.M.) (Agenzia Fides 20/12/2006 righe 29 parole 345)


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