VATICANO - San Giuseppe: “Testimone privilegiato della venuta del Figlio di Dio nel mondo” (II)

martedì, 19 dicembre 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Giuseppe aveva una trentina d’anni quando prese Maria come fidanzata, sua cugina, ragazza di circa 15 anni, figlia di Anna e Gioacchino. Tutti e due discendenti di Davide, il loro matrimonio era stato deciso, con tutta probabilità per evitare che, in assenza di discendenti maschi di Gioacchino, la sua eredità passasse ad un altro clan o ad un'altra tribù.
Ora Maria, come dichiara all’Angelo: “non conosco uomo”, ha deciso, ancora giovanissima, di consacrarsi interamente a Dio, anima e corpo, rinunciando così alle gioie della maternità e, soprattutto, al desiderio di ogni ragazza della casa di Davide di diventare la madre del Messia annunciato dai profeti. Maria ha consacrato la sua verginità a Dio.
Accettando di prendere Maria in sposa, Giuseppe non poteva non essere al corrente di questa consacrazione, che si impegna a rispettare vivendo lui stesso nella castità. E le Litanie di San Giuseppe lo invocano a giusto titolo in questi termini: “Custos pudice Virginis” (Casto custode della Vergine), “Joseph castissime” (Giuseppe castissimo) e “Custos virginum” (Custode delle vergini).
Ci si dimentica troppo facilmente del dramma umano vissuto da san Giuseppe. Sei mesi dopo il concepimento di Giovanni detto il Battista nello sterile grembo di Elisabetta, Maria riceve la visita dell’Arcangelo Gabriele: le annuncia che partorirà un Figlio che verrà chiamato Figlio dell’Altissimo, e che Dio gli darà il trono di suo padre Davide (cf. Luca 1, 31-32). Alla domanda di Maria, l’Angelo risponde: “Lo Spirito Santo scenderà si di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio” (Luca 1, 35). E, venendo a sapere che la sua parente Elisabetta è al sesto mese, lei che chiamavano sterile, “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giudea” (Luca 1, 39). Da Nazaret in Galilea, al nord, Maria si reca a sud, in Giudea, probabilmente Ain-Karim, sei chilometri ad ovest di Gerusalemme. Elisabetta è di sicuro la prima confidente delle meraviglie compiute da Dio su Maria. Maria resta circa tre mesi da Elisabetta e torna a Nazaret.
Tre mesi sono trascorsi. Niente sfugge agli abitanti di un piccolo villaggio… lo stato di Maria non sfugge neppure a Giuseppe. “Era giusto” ci dice San Matteo. La sua giustizia consiste senza dubbio nel non voler coprire col suo nome un bambino di cui ignora il padre… ma anche in questo senso che, convinto della virtù di Maria, si rifiuta di lasciarla alla rigorosa procedura della Legge. Non capisce… ma conserva tutta la sua fiducia!
E Dio interviene, parlandogli in sogno tramite il suo Angelo: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Matteo 1, 20b). È così l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, colui che vedrà la realizzazione del piano salvifico di Dio. Discendente da Davide, figlio di Davide, diviene il padre adottivo del Figlio di Davide. Prima dei pastori, prima del vegliardo Simeone, prima dei Magi, egli contempla il Figlio di Dio fatto uomo, di cui è divenuto il padre, contempla Dio che nessuno ha mai visto: “Chi mi vede, vede il Padre” (Gv 14,9) dichiara Gesù a Filippo. È diventato pure il capo della Santa Famiglia, modello e immagine delle famiglie.
“Domesticae vitae decus”, “Familiarum columen”, “Protector Sanctae Ecclesiae”, ora pro nobis. “Gloria della vita di famiglia”, “Sostegno delle famiglie”, “Protettore della Santa Chiesa”, prega per noi! (Litanie di San Giuseppe). (J.M.) (Agenzia Fides 18/12/2006; righe 41, parole 591)


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