AFRICA/ZIMBABWE - Verso il prolungamento del mandato presidenziale. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani denunciano gli abusi commessi dalla forze di sicurezza

lunedì, 18 dicembre 2006

Harare (Agenzia Fides)-“Il governo dello Zimbabwe ha adottato il sistema di controllo dello Stato dell’era coloniale” ha affermato Mons Pius Alick Ncube, Arcivescovo di Bulawayo, commentando la presentazione di un rapporto sugli abusi commessi dalle forze di polizia in Zimbabwe.
Il documento, che è stato presentato a Johannesburg (Sudafrica) dall’Istituto per la Giustizia e la Riconciliazione e dal Fondo per la Pace Solidale, denuncia l’uso estensivo della tortura da parte delle forze di sicurezza: il 33 per cento dei prigionieri politici subiscono abusi e sevizie di ogni genere.
Secondo l’Arcivescovo di Bulawayo il 90 per cento delle persone arrestate per motivi politici non vengono portati in giudizio e solo all’1,5 per cento di coloro che sono processati per reati politici ha avuto una condanna. Il rapporto riferisce che tra il 2000 e il 2005, 1981 sono state arrestate per motivazioni di ordine politico. Questi arresti, afferma il documento, sono stati resi possibili “da una legislazione brutale e repressiva contro i cittadini”. Il regime del Presidente Robert Mugabe ha ormai assunto un carattere sempre più autoritario e antidemocratico. La recente decisione del Congresso del partito del Presidente chiedere di spostare le elezioni presidenziali dal 2008 al 2010 è un escamotage per mantenere al potere Mugabe per altri 3 anni.
Il Presidente della formazione ZANU PF ha comunicato che la risoluzione passerà ora all'esame del comitato centrale del partito, ma per il varo definitivo è necessario il via libera del Parlamento. Si tratta comunque di una formalità perché il partito del Presidente ha una maggioranza schiacciante in Parlamento.
Il prolungamento del mandato presidenziale è stato duramente criticato dall’opposizione e da esperti indipendenti che temono le reazioni di una comunità internazionale già esasperata dalla politica di Mugabe, che ha imposto la distribuzione delle terre dei coloni di origine europea con la violenza e senza tenere conto delle esigenze produttive.
Lo Zimbabwe, che era il granaio dell’Africa Australe, si trova nel settimo anno di recessione economica, con l’80 percento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, con un tasso di inflazione superiore al 1000 per cento. Il Paese, inoltre, è sempre più isolato sul piano internazionale: nel 2003 è uscito dal Commonwealth ed è sottoposto a sanzioni economiche decise dalla Nazioni Unite e dall’Unione Europea. (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2006 righe 33 parole 401)


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