VATICANO - “La testimonianza dei nostri Santi ci da la possibilità di riflettere per il futuro”: l’intervento di fra Piles al XXI Convegno sulle malattie infettive e gli aspetti pastorali

martedì, 28 novembre 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Si è concluso sabato 25 novembre il Convegno promosso dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari che ha visto riunite in Vaticano oltre 700 persone provenienti da tutto il mondo per discutere sulle malattie infettive e gli aspetti pastorali.
Tra gli interventi, fra Pascual Piles, già Superiore Generale dei Fatebenefratelli, ha parlato della testimonianza dei Santi che si sono dedicati al trattamento dei malati infettivi e ha fatto un quadro di tutti quelli che si sono immolati per i fratelli sofferenti.
Nell’elenco dei 32 morti a causa di epidemie al servizio dei malati, riportato da fra Piles, ricordiamo San Luigi di Francia, San Luigi Gonzaga, la Beata Maria Emilia Tavernier Gamelin, e il Beato Pedro Jorge Frassati.
“La testimonianza dei nostri Santi ci da la possibilità di riflettere per il futuro”, ha sottolineato fra Piles.
“Nell’ambito della Chiesa sono molte le persone, tra laici, donne e uomini, sacerdoti e diaconi, religiose e religiosi, che hanno vissuto donandosi generosamente alle persone malate. Possiamo affermare con soddisfazione che la Chiesa è stata pioniera e costante nel suo amore verso i deboli, gli emarginati, i poveri e, soprattutto, i malati e i disabili. Essi costituiscono l’oggetto preferenziale del suo amore, seguendo il modello incarnato da Gesù”.
“Nel corso della storia della Chiesa sono stati molti coloro i quali sono morti prestando assistenza ai malati e ai bisognosi di cure la cui santità non è stata riconosciuta pubblicamente. Come persone dedite all’asistenza dei malati per vocazione, deve essere una grande sfida saper rispondere ad ogni necessità” ha detto fra Piles.
Il servizio dei nostri Santi ai malati infettivi è un importante invito per noi a dedicarci all’educazione e alla prevenzione, per poter offire una vita degna che li faccia convivere con la malattia. “Come dice Benedetto XVI ‘dove c’è amore c’è Dio’”, ha concluso frà Piles.
(AP) (28/11/2006 Agenzia Fides; Righe:28; Parole:337)


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