AMERICA/PERU’ - “Difendere la vita sempre e ovunque e contro ogni ingiustizia, perché è un dono di Dio”: nuovo appello dei Vescovi a tutti i settori della società per la difesa della vita

lunedì, 27 novembre 2006

Lima (Agenzia Fides) - Dopo la sentenza emessa dal Tribunale Costituzionale sulla legalizzazione e commercializzazione della cosiddetta ‘pillola del giorno dopo’ o ‘contraccezione orale di emergenza’, la Conferenza Episcopale Peruviana ha emesso un comunicato firmato dal Presidente e Segretario della CEP, nel quale si rinnova l'appello a continuare a lavorare nel permanente compito di difendere la vita dal concepimento fino alla morte naturale. "L'ora esige un messaggio integrale: difendere la vita in tutti i momenti e i luoghi e contro ogni ingiustizia, perché è un dono di Dio."
I Vescovi esortano i genitori affinché “educhino alla verità ed al senso della sessualità e dell'amore umano”; ai maestri chiedono di promuovere "una vera educazione che porti la persona a riconoscere la propria dignità e quella dell'altro, ed a rispettare le leggi morali”, per raggiungere così una maturità che li porti alla donazione di se stessi nel matrimonio”; ai cittadini ricordano che “è necessario essere ogni giorno più coscienti del valore della vita umana”. L'appello si dirige anche ai professionisti medici, affinché "mettano in pratica con fermezza l'obiezione di coscienza morale che testimoni coraggiosamente, nei fatti, il valore inalienabile della vita umana"; alle autorità ricordano che "hanno il dovere di preservare il diritto alla vita, il primo di tutti i diritti, chiaramente espresso nella nostra Costituzione" e, infine ai mezzi di comunicazione sociale chiedono di "informare bene la popolazione, con onestà e pluralità, promuovendo la Cultura della Vita che permetterà la costruzione di una società migliore, che rispetti la vita e la dignità delle persone". I Vescovi concludono il loro appello auspicando che "la vita sia accolta sempre come dono ed accompagnata con amore in tutte le sue tappe, per allontanare dal nostro paese le nuvole oscure della cultura di morte".
Anche l'Arcivescovado di Piura (Perù) ha emesso un comunicato nel quale contesta gli ostacoli posti alla Chiesa per impedire la sua partecipazione al dibattito nazionale. "Non accettiamo che ci si eviti o ci si escluda dal dibattito scientifico a motivo delle nostre credenze religiose - si legge nel comunicato - Ciò costituisce un atto di discriminazione che viola diritti umani fondamentali. Quando i Vescovi o qualunque altro membro della Chiesa cattolica mette a disposizione della comunità gli studi scientifici disponibili, agisce con responsabilità, cercando la chiarezza scientifica su un tema che ha inoltre trascendenza etica". Il comunicato ricorda anche che “si sta ingannando la popolazione affermando che esiste un consenso internazionale che ha scartato l'effetto abortivo di detto farmaco". (RG) (Agenzia Fides 27/11/2006; righe 29, parole 413)


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