AFRICA - Sono quasi 2 milioni le persone colpite dalle inondazioni nel Corno d’Africa. Nonostante l’emergenza umanitaria, la guerra civile in Somalia non si arresta

martedì, 21 novembre 2006

Roma (Agenzia Fides)- Situazione sempre più allarmante per l’ondata di piogge torrenziali che ha investito diversi Paesi dell’Africa orientale e in particolare il Corno d’Africa.
Nel nord del Kenya, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha iniziato ad evacuare migliaia di persone dai campi per rifugiati della regione. Secondo l’organizzazione umanitaria dell’ONU, almeno 78mila persone hanno perso le loro abitazioni quando i violenti nubifragi hanno colpito 3 campi profughi nei pressi del confine con la Somalia.
In tutta l’Africa orientale si stima che almeno 1milione 800mila persone sono state colpite dalle inondazioni causate dalle violenti piogge delle ultime settimane. A causa dei nubifragi inoltre diversi animali pericolosi hanno invaso le zone abitate dall’uomo. Nella sola Somalia almeno 5 persone hanno perso la vita a causa dei coccodrilli che sono stati trascinati dalle acque verso le zone abitate. Oltre all'innalzamento del livello dell'acqua, a minacciare le vite di milioni di persone si aggiunge anche un aumento di malattie come il colera e la malaria. Le inondazioni hanno seguito una precedente siccità che aveva interessato l’intera regione provocando la morte di una grande quantità di bestiame.
I Paesi colpiti dalle inondazioni sono Kenya, Etiopia, Eritrea, Sudan e Somalia. Proprio a Nairobi si è di recente conclusa la Conferenza Internazionale sui cambiamenti climatici, considerati in gran parte responsabili dei recenti disastri ambientali che colpiscono soprattutto i Paesi più poveri, in particolare quelli africani (vedi Fides 8 novembre 2006).
Si stima che le piogge dureranno almeno fino a dicembre, e che pertanto le condizioni in Somalia e in Kenya potrebbero peggiorare ulteriormente.
La grave emergenza umanitaria non ha però messo fino alla guerra civile somala. Si segnalano combattimenti tra le milizie islamiche, che dopo aver preso il controllo di Mogadiscio proseguono la loro avanzata, e le truppe governative nell'area circostante Baidoa, 245 km a nord est di Mogadiscio, sede provvisoria del Governo federale di Transizione Nazionale. Questo organismo, che ha ricevuto il riconoscimento internazionale, non ha però più alcun controllo sul territorio, ed è diviso al suo interno tra intransigenti, che anno capo al Premier Ali Gedi, e moderati, favorevoli a un dialogo aperto e costruttivo con le Corti islamiche . Il Presidente Abdullahi Yusuf, che in un primo momento era legato alla linea intransigente, sembra adesso alla ricerca di una mediazione tra le due posizioni. (L.M.) (Agenzia Fides 21/11/2006 righe 35 parole 422)


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