AFRICA/SUDAN - Nuovi combattimenti in Darfur, mentre la collegata crisi in Centrafrica diventa sempre più internazionale

lunedì, 20 novembre 2006

Khartoum (Agenzia Fides)- Nuove speranze ma anche nuovi segnali preoccupanti nella crisi del Darfur. Se da una parte il Ministro degli Esteri francesi Philippe Douste-Blazy valuta positivamente la disponibilità di Khartoum ad accogliere una forza di pace internazionale (“è la prima volta dal febbraio 2003", ha detto Douste-Blazy a Le Figaro, che Khartoum “non esclude l'ipotesi di dispiegamento di una forza internazionale, indispensabile se vogliamo impedire che la violenza si estenda ad altri Paesi vicini”), dall’altra, un gruppo ribelle accusa l’esercito sudanese di aver ripreso le operazioni militari su larga scala.
La missione di osservatori dell’Unione Africana, dispiegata nella regione, ha confermato la continuazione dei combattimenti, nonostante i precedenti accordi per il cessate il fuoco.
I combattimenti sono concentrati nel Nord Darfur e seguono il rifiuto delle autorità di Khartoum di permettere a Jan Egeland,, responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, di recarsi in visita nella regione.
Nel frattempo, nella collegata crisi della Repubblica Centrafricana, interviene anche la Comunità Economica e Monetaria dell’Africa Centrale (CEMAC). Il Presidente del Gabon, Omar Bongo, ha dichiarato infatti che la CEMAC ha deciso di aumentare gli effettivi del proprio contingente militare, da tempo dispiegato in Centrafrica. La CEMAC raggruppa Gabon, Ciad, Repubblica Centrafricana, Camerun, Repubblica del Congo e Guinea Equatoriale.
Sia il Ciad sia la Repubblica Centrafricana devono fare fronte all’avanzata di gruppi di guerriglia che agiscono come i guerrieri a cavallo filo-governativi che operano in Sudan. I governi di Ciad e Centrafrica accusano il Sudan di appoggiare questi movimenti. Khartoum però respinge le accuse. (L.M.) (Agenzia Fides 20/11/2006 righe 26 parole 273)


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