AFRICA/KENYA - “No all’odio e alla discriminazione. Sì al rispetto e alla riconciliazione”: appello dei Vescovi che si dicono “preoccupati e rattristati” per l’ultima ondata di violenze nel Paese

venerdì, 17 novembre 2006

Nairobi (Agenzia Fides)- I Vescovi del Kenya si dicono “profondamente preoccupati e rattristati dai recenti scontri nelle zone rurali del Kenya e per le violenze nelle aree urbane”. Nel loro messaggio, diffuso integralmente ieri, 16 novembre, dall’Agenzia cattolica CISA di Nairobi, i Vescovi chiedono a tutti una riflessione sulle origini delle violenze. “Notiamo che i cosiddetti “scontri tribali” sono iniziati nelle stesse aree del Paese già coinvolte negli scontri del 1992. È una coincidenza? Come è possibile che la popolazione sembra capace di vivere in pace per un lungo periodo di tempo e poi, senza nessun preavviso, scoppiare nella violenza! Come è possibile che i giovani disoccupati delle aree urbane (in particolare Nairobi) sembrino così facilmente organizzabili e mobilitabili per causare disordine?”.
“Le diverse analisi che abbiamo ricevuto dalle Commissioni Giustizia e Pace in tutto il Kenya” prosegue il comunicato “dimostrano che la povertà è alla radice della maggior parte dei nostri problemi. Vediamo, da un lato, l’arricchimento scandaloso e spudorato di pochi, e dall’altro, vediamo il crescente impoverimento della maggior parte della popolazione. Quando aggiungiamo a questa disparità il problema irrisolto della terra, gli interventi opportunisti e irresponsabili di diversi nostri leader e l’inazione delle “forze della legge e dell’ordine”, siamo spinti a fare appello a tutti i keniani a fermarsi, a riflettere e capovolgere la situazione prima che sia troppo tardi”.
I Vescovi presentano alcune proposte per aiutare a ristabilire la pace nella nazione:
1) I politici e i capi locali devono evitare frasi che incitano all’odio (“commenti discriminatori nei confronti di altri individui e gruppi etnici possono uccidere”) e adottare, invece, un linguaggio improntato al rispetto della vita, alla riconciliazione e alla costruzione dell’unità.
2) “La risoluzione dei problemi con la non violenza non è una finzione. Si può fare” attraverso il dialogo che presuppone “sincerità e la capacità di perdonare”.
3) I Vescovi chiedono al governo di “risolvere rapidamente i problemi relativi al possesso della terra. Chiediano inoltre di accelerare i programmi di sviluppo e di miglioramento per la popolazione del Kenya”.
4) Le forze dell’ordine sono chiamate “ad agire con rapidità, ma in maniera responsabile, nelle situazioni di violenza. È imperativo inoltre che coloro che incitano e pagano i giovani keniani ad agire con la violenza e in modo criminale, siano condotti di fronte alla giustizia”.
“Chiediamo infine, a tutti gli aderenti alla Chiesa cattolica, a tutte le persone di buona volontà, di impegnarsi totalmente per costruire una società keniana fondata sui principi di equità ed eguaglianza, non sulla base dei gruppi etnici. Vi chiediamo di farvi promotori di giustizia, pace e riconciliazione e di prendere la strada della non violenza. Senza la componente dell’amore non si può creare una società giusta. Chiunque vuole eliminare l’amore finisce per eliminare l’uomo” concludono i Vescovi. (L.M.) (Agenzia Fides 17/11/2006 righe 39 parole 490)


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