EUROPA/ITALIA - A cinque anni dall’attentato alle torri gemelle di New York, l’ultimo numero di “Oasis” offre una riflessione a più voci sul tema “I cristiani e l’11 settembre”

venerdì, 17 novembre 2006

Roma (Agenzia Fides) - E’ uscito il quarto numero di “Oasis”, la rivista plurilingue (italiano, inglese, francese, arabo e urdu) del Centro internazionale Studi e Ricerche omonimo con sede a Venezia, che si occupa di temi legati alla reciproca conoscenza e al dialogo tra cristiani e musulmani. A cinque anni dall’attentato alle torri gemelle di New York, questo numero offre una riflessione a più voci sul tema “I cristiani e l’11 settembre - cinque anni dopo quel giorno sconvolgente”.
Al di la di ogni bilancio, che “nessuno è ancora in grado di fare” - scrive il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia nell’editoriale dal titolo “La questione di sempre, un metodo nuovo” - al di là di ogni interpretazione esauriente che “nessuno è in grado di fornire, il nostro contributo alla riflessione parte da un presupposto diverso: la messa in campo di un soggetto che si interroga e reagisce al contraccolpo di un evento straordinario”. Questo soggetto sono appunto i cristiani. Di fronte alla circostanza terribile e stravolgente come quella dell’11 settembre, “noi ci chiediamo - continua il Card. Scola - che cosa Dio ci domanda attraverso questa circostanza, cosa domanda a noi cristiani. Credo che prima di tutto l’evento 11 settembre metta in evidenza la questione del male nel mondo. Una questione che da sempre, in maniera acuta, ha avvinghiato la mente dell’uomo”.
Molti hanno ricordato quel tragico giorno in vario modo e da diversi punti di vista. Oasis lo affronta con una domanda diretta ai cristiani: cosa è accaduto per loro quel giorno? Cosa è cambiato? Quali nuove responsabilità si sono affacciate per i cristiani? Ne è nata - nella sezione “Attualità” della rivista - una raccolta di riflessioni e di meditazioni, cui hanno contribuito voci di ogni continente. Tra questi, Lorenzo Ornaghi (Rettore dell’Università Cattolica di Milano) affronta la questione della responsabilità di un nuovo universalismo, Roger Scruton (filosofo inglese) spiega la necessità di combattere la cultura del risentimento, Javier Prades (teologo di Madrid) ritiene che sia arrivato il momento di andare oltre le teologie regionali, Henri Hude (filosofo francese) affronta il tema della geopolitica e della filosofia, Anthony Lobo (Vescovo di Islamabad) descrive la realtà delle minoranze religiose, Maroun Laham (Vescovo di Tunisi) sottolinea le nuove sfide per il cristianesimo, Luis Sako (Vescovo di Kirkuk) affronta il delicato tema della reciprocità e Samir Khalil Samir (islamologo gesuita) parla dello smarrimento dell’Islam.
Nella sezione “Documenti” della rivista si può rileggere il discorso di Papa Giovanni Paolo II ai rappresentanti delle principali religioni del mondo convocati ad Assisi per la storica Giornata di preghiera per la Pace (27 ottobre 1986), il commento del Cardinale Angelo Scola e il testo con cui l’allora Cardinale Joseph Ratzinger presentò la Dichiarazione “Dominus Iesus” circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa.
La sezione “Reportage” si occupa dell’Islam europeo con un viaggio nel Kossovo, la minuscola provincia balcanica dove i musulmani, che sono la stragrande maggioranza, non provengono dall’immigrazione. Cosa succede, come si vive in questa terra apparentemente in pace dopo anni di guerre regionali e di conflitti durissimi ? La sezione “Contributi” ricorda il sacrificio dei monaci del monastero algerino di Tibhirine, trucidati dieci anni fa, evidenziando la loro eredità spirituale, parla dell’Egitto inquieto, affronta la questione della laicità dello stato in Nigeria, presenta un ritratto della comunità islamica nell’America, censisce le pubblicazioni musulmane in Italia e affronta la questione dell’educazione nel mondo globalizzato. (R.F.) (Agenzia Fides 17/11/2005; Righe 43, Parole 567).


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