VATICANO - Le preghiere del cristiano in tutte le lingue: portoghese (I) - Le radici cristiane dei Popoli d’Europa

mercoledì, 15 novembre 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Portogallo è uno dei più antichi Paesi d’Europa. I Celti e gli Iberici furono i primi abitanti della regione, ancor prima che questa passasse sotto la dominazione dei Romani nel II secolo prima di Cristo, e prendesse il nome di Lusitania. I suoi confini rimangono immutati dal 1297. A compimento della conquista romana della penisola, Augusto la divise in tre province: la Spagna Ulteriore viene divisa in Betica e Lusitania.
La Lusitania, provincia romana, copriva la parte dell’attuale Portogallo al sud del Duoro, una parte del Leone e dell’Estremadura. Fu separata dalla Spagna Ulteriore verso il 27 a.C. La capitale di tale provincia imperiale era “Emerita Augusta” (oggi Merida). Questa provincia ai confini dell’Impero Romano conosce parecchi secoli di “pax romana”, senza eventi degni di nota. La sua romanizzazione è profonda, e vi lascerà la lingua, il portoghese. Tuttavia l’origine del portoghese attuale si trova nel latino volgare, in quanto parlato dai soldati e dai colonizzatori romani; da un punto di vista geografico, l’uso della lingua ha debuttato al nord del Portogallo ed in Galizia. La provincia conta una cinquantina di città sotto Augusto, per una popolazione stimata in 700.000 abitanti.
La Lusitania non è toccata direttamente dalle prime incursioni germaniche del III e del IV secolo. In compenso il V secolo è un periodo di profondi cambiamenti: nel 408, l’invasione dei Vandali, degli Svevi e degli Alani devasta la penisola iberica, che viene divisa tra i suoi invasori tramite estrazione a sorte: la Lusitania e la Cartaginese toccano agli Alani; nel 417 i Visigoti, al servizio dell’Impero, distruggono i regni degli Alani e dei Vandali Silingi. I sopravvissuti si uniscono ai Vandali Ardinghi in Galizia, quindi lasciano la Spagna nel 429; nel 439 gli Svevi estendono il loro dominio sulla Lusitania e la Betica e si impadroniscono di Merida e di Siviglia. Vengono respinti dai Visigoti nel 456, che uccidono il re degli Svevi; nel 468 i Visigoti si impossessano della Lusitania e la annettono nel regno dei Visigoti.
La Lusitania conoscerà l’invasione dei Musulmani dell’Africa del Nord (i Mauri) all’inizio dell’VIII secolo. Gli Spagnoli tenteranno di riconquistare il territorio nel XI secolo, e quello che corrisponde oggi alla parte nord del Portogallo diventerà una dipendenza feudale spagnola. Alfonso Henriques, figlio del conte del Portogallo, proclamerà l’indipendenza del Portogallo nei confronti della Spagna nel 1139. Gli ultimi Mauri, cacciati dal Paese nel 1279, influenzeranno l’architettura portoghese per molto tempo. I navigatori e gli esploratori portoghesi domineranno tutto il commercio marittimo del XV e XVI secolo. Vasco de Gama scoprirà la rotta per le Indie nel 1498, sei anni dopo la traversata dell’Atlantico di Cristoforo Colombo, e Pedro Alvares Cabral il Brasile nel 1500. Il Portogallo stabilirà delle colonie in America del Sud (Brasile), in Africa, (Mozambico, Angola e Guinea), in India (Goa) ed in Cina (Macao).
Il cristianesimo arriva in Lusitania nel 200. Non è provato invece che San Paolo abbia viaggiato in Spagna. L’evangelizzazione progredisce soprattutto a partire dal II secolo. Lo sviluppo del cristianesimo avviene rapidamente, dal litorale all’interno del territorio, grazie alla presenza romana nel Paese.
Ma parlare del Portogallo, dal XX secolo in poi, significa evocare, per numerosissime persone credenti, ma anche non credenti, le Apparizioni di Fatima: il 13 maggio prima di tutto (non tanto perché è la data della prima apparizione della Vergine nel 1917, ma soprattutto perché è un 13 maggio che Papa Giovanni Paolo II è stato vittima di un attentato). Alcuni, meglio informati, pensano possa essere il miracolo del sole, che ebbe luogo il 13 ottobre… Ma tutti hanno sentito parlare del «Segreto di Fatima»… Cosa poteva dunque contenere il terzo segreto di Fatima? Al momento della pubblicazione molti rimasero delusi: si aspettavano di trovare annunci apocalittici, racconti della «fine del mondo»… da far venire i brividi… Eppure, alcuni affermano che il «Segreto» pubblicato, e che si trovava nell’antico Sant’Uffizio, debba essere completato con il Segreto che il Santo Padre conservava gelosamente nel suo ufficio… un foglietto di una ventina di righe… che il Papa non potrebbe pubblicare…
Agire così, vuol dire disconoscere il senso profondo delle Apparizioni della Santa Vergine ai tre bambini di Fatima: un appello alla conversione del mondo, alla preghiera e alla recita del Rosario, ai sacrifici per la conversione dei peccatori e in riparazione dei loro peccati. Vuol dire dimenticare la visione terrificante dell’Inferno e l’esistenza del Purgatorio; la Santissima Trinità riguardo a cui Suor Lucia aveva ancora delle rivelazioni speciali nel 1929, l’Eucaristia… Vuol dire ignorare, per la maggior parte della gente, le apparizioni dell’Angelo del 1916, e le meravigliose preghiere che ha insegnato ai tre bambini. Siamo ben lontani da una sola apparizione mariana: è il Cielo che scende in terra per ricordarci in breve l’insegnamento di Gesù, l’Amore misericordioso di Dio, l’esistenza del Cielo, del Purgatorio, dell’Inferno… e l’assoluta necessità della preghiera. Nel prossimo articolo ci soffermeremo sulle richieste della Santa Vergine e sulla preghiera in particolare. (J.M.) (Agenzia Fides 15/11/2006, righe 58, parole 818)


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