AMERICA/BRASILE - I rappresentanti della Chiesa brasiliana approvano la sospensione dei procedimenti che prolunghino la vita di pazienti in stato terminale, senza possibilità di cura

lunedì, 13 novembre 2006

Rio de Janeiro (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale brasiliana (Cnbb) ha appena dichiarato di approvare una risoluzione del Consiglio federale brasiliano di medicina, che autorizza i medici brasiliani a praticare l’ortotanasia, una procedura che prevede la sospensione dei procedimenti che prolunghino la vita di pazienti in stato terminale, senza possibilità di cura. Nella nota presentata, i Vescovi della Cnbb, precisano che l’appoggio all’ortotanasia non si estende affatto all’eutanasia, che continua ad essere apertamente condannata. A differenza di questa, l’ortotanasia non ha l’intenzione di provocare la morte di una persona, ma permettere una”morte dignitosa” ad un paziente incurabile e in fase terminale.
“La Chiesa non obbliga nessuno a ricorrere a mezzi straordinari che siano sproporzionati al beneficio che ne possa ricavare il paziente. Il medico deve sempre fare di tutto per salvare la vita. Quando però la vita entra in fase terminale, a volte salvarla può non significare molto per il paziente”, ha dichiarato mons. Odilo Pedro Scherer, Segretario generale della Cnbb.
La nota ricorda che lo stesso Papa Giovanni Paolo II è stato sottoposto ad ortotanasia, e riproduce un brano dell’enciclica Evangelium Vitae, scritta nel 1995, dove dichiara la propria contrarietà all’eutanasia e afferma: “Quando la morte si annuncia imminente e inevitabile, possiamo in coscienza rinunciare a trattamenti che causerebbero solo un prolungamento precario e penoso della vita”.
I Vescovi brasiliani hanno anche sottolineato che nell’Evangelium Vitae il Papa afferma che “la rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio né all’eutanasia”. E hanno aggiunto che Giovanni Paolo II fece riferimento ad una dichiarazione di Papa Pio XII, del 1957, secondo la quale “è lecito eliminare il dolore per mezzo di narcotici, anche con la conseguenza di limitare la coscienza e di abbreviarne la vita”. (AP) (13/11/2006 Agenzia Fides; Righe:28; Parole:316)


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