AFRICA - Darfur e Costa d’Avorio al centro di due riunioni tenutesi al margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

giovedì, 21 settembre 2006

Roma (Agenzia Fides)- All’ombra dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in corso al Palazzo di Vetro a New York, si sono svolte delle importanti riunioni su alcune crisi africane. Il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana ha tenuto una riunione dedicata al Darfur nella quale si è giunti a un accordo per prorogare fino alla fine dell’anno la missione della forza militare africana nella tormentata regione sudanese. Lo ha annunciato il Presidente del Burkina Faso
Blaise Compaoré, che ha precisato che il contingente dell’Unione Africana in Darfur, chiamato “Amis” sarà rafforzato attraverso nuovi “contributi dei Paesi africani, aiuti logistici e materiale delle Nazioni Unite e grazie all’impegno dei Paesi della Lega Araba a finanziare l'operazione”. Il mandato della forza dell’Unione Africana sarebbe scaduto il 30 settembre. Il Sudan ha finora rifiutato alle Nazioni Unite il permesso di subentrare nell’operazione. La missione, che doveva concludersi per mancanza di fondi a fine mese, è stata prorogata per altri tre mesi. Al vertice dei 15 paesi dell'Unione Africana con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU era presente anche il Presidente sudanese Omar al- Beshir, che, prima di lasciare i lavori, ha confermato la sua apertura ad un rafforzamento del contingente dell’Unione Africana a patto che “non sia sotto comando ONU”.
Il governo sudanese ha espresso la sua soddisfazione per il prolungamento della missione africana nel Darfur.
È sostanzialmente fallito, invece, il mini-vertice delle Nazioni Unite per stabilire il futuro del processo di pace nella Costa d’Avorio. Alla riunione partecipavano i capi della ribellione che controlla il nord-ovest della Costa d’Avorio, funzionari dall’Unione Africana, della Comunità Economica dell’Africa Occidentale e delle Nazioni Unite.
Ma il Presidente Laurent Gbagbo, ha preferito non parteciparvi dopo aver annunciato che stava elaborando un programma alternativo di pace e che le forze di pace dell’ONU, presenti in Costa d’Avorio, potevano anche andarsene.
Al centro del “mini-vertice” c’era il problema del rinvio delle elezioni presidenziali previste per il 31 ottobre. Il rinvio della scadenza elettorale ha aperto il dibattito su chi sarà il Presidente in attesa delle elezioni. Gbagbo afferma che lui, avendo avuto il mandato popolare, deve rimanere Presidente fine alle elezioni. L’opposizione ribatte affermando che in ogni caso il suo mandato non può essere prolungato ulteriormente, oltre il 31 ottobre. (L.M.) (Agenzia Fides 21/9/2006 righe 34 parole 394)


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