AMERICA/CILE - “Noi Pastori alziamo oggi la nostra voce per la dignità della vita perché lo sentiamo come un imperativo morale irrinunciabile": comunicato dei Vescovi sulle nuove Norme nazionali per la regolazione della fertilità. Venerdì 15 marcia di protesta dei giovani cattolici

mercoledì, 13 settembre 2006

Santiago del Cile (Agenzia Fides) - "Noi Pastori alziamo oggi la nostra voce in favore della dignità della vita, perché lo sentiamo un imperativo morale irrinunciabile" si legge nel comunicato del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale Cilena intitolato “Verso dove cammina il Cile ?”. I Vescovi si mostrano delusi per la pubblicazione delle "Norme nazionali per la regolazione della fertilità" promulgate dal governo cileno il 2 settembre: "Non sono queste le politiche che i Pastori si aspettavano. Questa strada scelta ci delude". Manifestano la loro particolare preoccupazione per una delle misure contemplate in questa normativa: la distribuzione negli ambulatori della cosiddetta "pillola del giorno dopo" alle minori di 14 anni che la chiedono, persino senza il consenso dei genitori.
I Vescovi annunciano la volontà di realizzare in primo luogo uno studio serio delle norme, chiedendo l'opinione di esperti sulla materia: "Vogliamo consegnare alle famiglie, alla società ed alle sue autorità, un giudizio profondo su queste Norme, raccogliendo le opinioni scientifiche, sociali, giuridiche, etiche e morali, per comprendere meglio i criteri esposti e gli effetti dannosi delle Norme, e per considerare le azioni pertinenti al fine di evitare tali conseguenze negative".
Questo documento normativo ricorda ai Vescovi le politiche pubbliche “fissate da regimi totalitari che pretendevano che lo Stato regolasse la vita intima delle persone in funzione di criteri autoritari, contro il rispetto della dignità della persona umana". Con queste norme si parla ai giovani di libertà, ma "di una libertà senza responsabilità", mentre ai genitori viene negato il diritto e l'obbligo "di educare, orientare ed accompagnare la vita dei figli nei momenti più importanti della loro vita adolescenziale". I Vescovi ritengono che si potrà costruire un futuro giusto, equo e solidale, solo "con valori umani che rispettino e promuovano la dignità delle persone, e non con mere misure di emergenza". Il comunicato si conclude invitando sacerdoti, religiosi e tutte le persone di buona volontà "ad informare e formare le persone nella loro adesione alla vita e alla promozione della famiglia cilena".
Il documento dei Vescovi viene distribuito in tutte le diocesi del paese e studiato nei diversi gruppi e comunità. La Pastorale Giovanile ha indetto una Marcia per venerdì 15 settembre, alla quale parteciperanno giovani di diverse scuole ed università, al fine di difendere il diritto alla vita. "Come cattolici - affermano gli organizzatori - questa decisione ci sembra gravemente errata e contraria al bene del Cile. Non possiamo rimanere con le braccia incrociate. È nostro dovere come cattolici collaborare attivamente e con gioia alla costruzione di una società migliore e più umana". (RG) (Agenzia Fides 13/9/2006; righe 30, parole 423)


Condividi: