VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello - “La verità sulla famiglia” (seconda parte)

giovedì, 27 luglio 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Di fronte alla realtà che non pochi cattolici hanno adottato un’idea “liberal” di coscienza, individualistica, e rifiutano invece quella comunionale che vede il cristiano e la Chiesa come un solo corpo, data la gravità della materia e l’urgenza del momento, è necessario far luce tra l’altro sulle manipolazioni delle percentuali del fenomeno dell’omosessualità, sul fatto che tale tendenza sia innata o sia un ‘terzo genere’ (1), quasi una condizione naturale e normale della persona, e su tutti gli altri aspetti misconosciuti, ponendo soprattutto l’attenzione nel dimostrare il fatto fondamentale che la dignità umana risiede nella capacità sovrana dell’uomo di decidere delle sue azioni e di porre atti liberi, non nell’orientamento omosessuale o eterosessuale; che esso, in sé, sia una anomalia psicologica (neurosi, ecc). Il fenomeno ha una psicogenesi e sociogenesi complessa, la quale potrebbe al limite dar luogo ad alterazioni ormonali o funzionali (ma questo fino adesso non è dimostrato e sembra improbabile). In termini generali va affrontata in una prospettiva di terapia e cambiamento. Se ci sono l’impegno e le motivazioni giuste, esistono buone prospettive terapeutiche.
La strategia da parte dei cattolici, dovrebbe partire dal richiamare l’attenzione sugli articoli in merito del Catechismo della Chiesa cattolica (2); poi dovrebbe sottolineare l’importanza della grazia di Dio per influire positivamente sulla libertà della persona e sui suoi atti, al fine di rafforzarla nella virtù; la grazia non resta senza effetto nell’aiutare a resistere alle tentazioni omosessuali. Ancora, dovrebbe sganciare le idee sull’omosessualità da altre convinzioni giuste presenti nella coscienza (rispetto, uguaglianza, non discriminazione ingiusta, una condizione naturale deve poter trovare uno sbocco). Infine, dovrebbe segnalare gli studi seri e aperti alla prospettiva di cambiamento e alla conversione che riguardano le persone omosessuali, come tutti i cristiani, criticando e mettendo in guardia da quelli difformi. La verità sull’omosessualità va detta con carità, rompendo l’indifferenza.
Infine, tutta la questione deve portare a dimostrare l’inseparabilità dei diritti dai valori. Assistiamo a questo paradosso. Le autorità chiedono valori! Ma poi chi li pratica è trattato con una certa sfiducia. Chi poi li fa propri è trattato a volte persino come uno squilibrato o un oscurantista. La sana mentalità umana esiste ancora, anche se c’è stata una progressiva erosione concettuale del diritto. Bisogna andare all’origine illuministica del diritto europeo. C’erano valori riferiti alla ragione umana e alla religione, non solo per debito storico ma per ragioni filosofiche. E’ sempre stato chiaro che il diritto alla libertà individuale è decisivo. Ma è inevitabile, se non si vuole il disfacimento dello Stato, che il soggettivismo abbia dei limiti. La società deve continuamente stabilire delle regole se vuole sopravvivere. La natura umana, in seguito al peccato originale, è ferita, non vede sempre con chiarezza ciò che è necessario per sopravvivere. Ci vuole, oltre alla ragione umana, la luce della Rivelazione. Per questo è prezioso andare a leggere ciò che dice il papa Giovanni Paolo II nell’ultimo libro da lui scritto Memoria e identità. E’ politicamente realistico? Per la risposta si rimanda al ragionamento proposto a suo tempo dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger (3). (Agenzia Fides 27/7/2006 - righe 37, parole 512)
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Note: (1) Cfr Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, Città del Vaticano 2004, n 2.
(2) Art. 2357-2359 e 2396 con una precisazione dell’Editio typica latina del 1997.
(3) Cfr Europa, O. c, p 121.


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