AMERICA/BOLIVIA - La Chiesa cattolica manifesta il suo disappunto per le contraddizioni del Governo che ha firmato un accordo per mantenere la religione nelle scuole ed ha approvato una risoluzione per un'educazione laica che mette fine al "monopolio religioso" della Chiesa

venerdì, 21 luglio 2006

La Paz (Agenzia Fides) - Il dibattito sul progetto di riforma dell'Educazione in Bolivia non è ancora giunto alla sua conclusione. La Chiesa cattolica ha manifestato il suo disappunto nei riguardi del Governo per l'approvazione, durante il Congresso Nazionale dell’Educazione celebrato la settimana scorsa a Sucre, dell'educazione laica. Solo poche ore prima era stato firmato un accordo tra il Governo e la Chiesa per mantenere l’insegnamento della religione nelle scuole (vedi Fides 17/7/2006).
La risoluzione approvata dal Congresso Nazionale sottolinea che "l'educazione in Bolivia è laica, pluralista, perché rispetta la spiritualità di ogni cultura, la libertà di credenze, promuove i valori propri e respinge ogni tipo di dogmatismo". Inoltre il Ministro dell’Educazione, Félix Patzi, ha annunciato che con la nuova Legge Generale dell’Educazione si mette fine al "monopolio religioso" della Chiesa, sebbene una recente inchiesta della Chiesa abbia rilevato che circa il 77 per cento dei boliviani si dichiara cattolico e circa il 95 per cento cristiano.
Diversi Vescovi hanno espresso il loro dissenso con le decisioni del Congresso. L'Arcivescovo di Cochabamba, Mons. Tito Solari, ha denunciato l'ambiente estremamente politicizzato nel quale si è svolto il Congresso, senza spazio per il dialogo. Mons. Estanislao Dowlaszewick, Vescovo Ausiliare di Santa Cruz de la Sierra, ha affermato che “alcuni vivono oggigiorno con una specie di allergia alla religione e alla Chiesa” presentandola “come un pericolo per il futuro della patria” e togliendo “non solo la religione, ma anche Dio dall'insegnamento". L'Arcivescovo di La Paz, Mons. Edmundo Abastoflor, ha affermato che "è una pazzia pensare che Dio non esista o che possiamo prescindere da Lui", ed ha esortato il governo a non cadere in situazioni di confronto acceso e di violenza, bensì a "cercare la verità, la giustizia, la rettitudine e l'onestà che sono strade che Dio ci presenta per la costruzione di quella Bolivia migliore a cui tutti anelano". Mons. Jesús Juárez, Vescovo de L'Alto si chiede se “si rispetta la libertà quando si impongono criteri o decisioni che vanno contro i valori e l'opinione della popolazione o quando si adottano idee estranee alla tradizione di paesi profondamente religiosi e cristiani?”
Diversi rappresentanti di scuole cattoliche e associazioni di genitori hanno annunciato mobilitazioni e marce per difendere il diritto all'insegnamento religioso. Javier Soria, rappresentante della Giunta Scolastica dei Padri di Famiglia di Santa Cruz ha affermato che "lo Stato vuole passare al di sopra della famiglia" perché sono i genitori quelli che devono decidere il tipo di educazione per i loro figli. "Manifestiamo il nostro rifiuto alla pretese del Governo di eliminare l'insegnamento religioso" ha affermato, ricordando che ci saranno diverse mobilitazioni per "difendere la fede cristiana, i suoi principi e valori". (RG) (Agenzia Fides 21/7/2006; righe 32, parole 448)


Condividi: